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Lo “strano destino” dell’aeroporto di Comiso (prima parte)

1 giugno 2025 alle ore 04:00
Lo “strano destino” dell’aeroporto di Comiso (prima parte)

Strano destino quello dell’aeroporto di Comiso. È il più giovane degli aeroporti italiani, con appena 12 anni di vita. È stato inaugurato il 30 maggio 2013.

In dodici anni di attività, questo è il momento più strano. Per l’aeroscalo comisano, per la prima volta, arrivano una montagna di soldi e ci sono tanti progetti di completamento e di rilancio. Allo stesso tempo, però, gli ultimi mesi hanno visto una crisi progressiva, fino all’abbandono di quasi tutte le compagnie aeree, e per ultima di Aeroitalia che, tra ritardi, abbandoni e cancellazioni dei voli, non lascia purtroppo un buon ricordo di sé. Gli ultimi mesi sono il compendio di una gestione che per 12 anni è stata di fatto affidata alla SAC di Catania. Prima c’era SOACO, con la maggioranza INTERSAC, poi la stessa SAC, con quote e situazioni diverse che sono cambiate nel tempo, ma sempre con un dato ineludibile: la governance dell’aeroporto, la gestione commerciale, è stata nelle mani della SAC di Catania, che ha sempre avuto la maggioranza e il potere decisionale.

Ma andiamo per ordine e guardiamo alla situazione attuale. Per l’aeroporto sono arrivati finanziamenti importanti per le rotte nazionali, per le rotte internazionali, per avviare la continuità territoriale e per avviare il progetto cargo.

I mesi che verranno saranno quelli della svolta o quelli del tracollo definitivo. Cosa accadrà lo vedremo dalla storia delle prossime settimane.
Con i soldi che arrivano – se saranno ben utilizzati – si potrebbe avere una chiave di volta, ma il rischio che tutto si trasformi nell’ennesima illusione è dietro l’angolo. Stavolta, però, con una particolarità: se con questi finanziamenti e con questi progetti l’aeroporto non dovesse decollare, si dovrà prenderne atto e agire di conseguenza. Si dovrà fare un bilancio. Serio, veritiero.

In attesa che la storia dei prossimi mesi ci consenta di fare questo bilancio, si vive la realtà del presente: l’abbandono delle compagnie aeree, l’abbandono di Aeroitalia, la cancellazione delle rotte, un aeroporto sostanzialmente privo di attività.

Strano a dirsi, proprio il varo dei nuovi programmi “frena” chi volesse portare i propri aeromobili a Comiso. Se da qui a qualche mese potranno essere avviate le rotte con gli incentivi, chi volete che possa, nel frattempo, decidere di volare da Comiso senza poter usufruire di un solo euro? Chiaramente nessuno!

Le compagnie e gli addetti ai lavori guardano a ciò che sta accadendo e attendono – qualora volessero venire a Comiso – di poterlo fare nella maniera economicamente più conveniente.

Ci attendono quindi settimane di stallo ed è fin troppo facile dire che l’aeroporto è deserto. Facile come dire che la scuola è deserta durante i mesi delle vacanze estive. Restano solo gli addetti di segreteria e della presidenza e pochi docenti. Il problema è capire se, dal prossimo settembre, quella scuola avrà degli iscritti, se gli alunni sceglieranno di frequentarla perché risponde alle loro aspettative, o se – di contro – nessuno la sceglierà perché la struttura è carente, o l’offerta formativa poco allettante, o gli insegnanti non preparati. La chiave di volta non è a luglio, ma a settembre.

Chiaramente, per avere risultati bisogna lavorare e saper lavorare. Saper dare un’offerta allettante. Questo vale per la scuola, così come per l’aeroporto di Comiso.

Ma andiamo per ordine. E vediamo qual è, al momento, lo stato dell’arte. Siamo a circa venti giorni dopo la decisione di Aeroitalia di abbandonare Comiso.

n.1
La Regione Siciliana, per la prima volta, ha deciso di investire su Comiso. Se a Trapani (aeroporto che gestisce direttamente) assegna dieci milioni ogni anno, per Comiso ne ha programmati tre. Tre milioni per tre anni. In tutto nove milioni. In maniera non occasionale, ma continuativa. Accade per la prima volta. Il decreto di finanziamento porta la data del 30 gennaio. Tre mesi prima dell’abbandono di Aeroitalia, molto prima che si instaurasse l’attuale stato di cose. Questi soldi sono stati destinati agli incentivi per le rotte internazionali. Il bando è stato affidato alla Camera di Commercio del Sud Est. Al bando, già esperito, hanno partecipato tre compagnie aeree: Volotea, EasyJet e Wizz Air. Potrebbero permettere di sostenere cinque o sei rotte internazionali, che dovrebbero partire in autunno. Non è molto, era lecito attendersi di più, ma si tratta comunque di un buon risultato. Ora si andrà alla valutazione delle offerte tecniche di ciascuna compagnia e – come previsto dal bando – vi sarà una premialità, un punteggio aggiuntivo, per le compagnie che decidessero di anticipare qualche rotta già dall’estate. Pare che le compagnie abbiano dato disponibilità in tal senso. Nelle prossime settimane ne sapremo di più e conosceremo nel dettaglio la situazione.

n.2
L’ex Provincia Regionale di Ragusa ha deciso di destinare tre milioni di euro, provenienti dai fondi ex Insicem, per tre anni, all’incentivazione delle rotte nazionali. Anche qui c’è stato un bando, già esperito, che si è concluso con un fallimento quasi totale. Un pianto! Sono state messe a bando sei rotte e solo tre sono state attenzionate dalle compagnie. Un’offerta pare non fosse accettabile, ed è rimasta in piedi solo la possibilità di una rotta di Volotea per Verona. Poco, davvero troppo poco. Diciamolo pure: un fallimento! Questi sono i fatti.

Dunque, il bando è da rifare. E si sono persi, dunque, mesi importanti, mesi che lasciano colpevolmente l’aeroporto senza rotte e senza voli! Perché, se nel frattempo oggi avessimo i nomi di compagnie aeree già pronte a volare per alcune città italiane, la situazione sarebbe diversa. Alla Provincia, nel frattempo, qualcosa è cambiato. Dopo dieci anni di commissariamento, ora c’è un governo politico. E con un nuovo indirizzo politico. Diverso dal precedente.

Abbiamo detto di ciò che è accaduto con le scelte operate in precedenza: ora andremo a verificare – alla prova dei fatti – che cosa accadrà con il nuovo bando e con quali criteri esso sarà esperito. Come sempre, verificheremo alla prova dei fatti!

Diciamo subito che non è utile e non è appetibile inserire rotte con destinazioni precise, quanto piuttosto indicare le zone e le regioni di interesse. Ed è soprattutto assurdo inserire rotte come Roma e Milano, che tra qualche mese verranno assegnate con la continuità territoriale. Incredibilmente, anche Roma e Milano erano state inserite nel bando varato dalla ex Provincia qualche mese fa. Non andava fatto!

La seconda parte dell’articolo sarà pubblicata domani.

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