Nuove rotte e vecchie ferite: Comiso riparte da tre nuove collegamenti (Torino, Verona, Bologna). La Provincia tenta di parlare con Ryanair che però vuol parlare (giustamente) con Sac
L'aeroporto di Comiso riparte con tre nuove collegamenti verso Torino, Verona e Bologna grazie ai fondi ex Insicem, e si cerca un riavvicinamento con Ryanair.

Nuove rotte e vecchie ferite: Comiso riparte da tre nuove collegamenti (Torino, Verona, Bologna). La Provincia tenta di parlare con Ryanair che però vuol parlare (giustamente) con Sac
Aeroporto di Comiso, nuove rotte e vecchie ferite. Dopo mesi di lavoro silenzioso, arriva la conferma ufficiale delle nuove rotte finanziate con i fondi ex Insicem, frutto del bando avviato tempo fa dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa sotto la gestione del commissario straordinario Patrizia Valenti e dell’allora direttore generale Nitto Rosso. Quel bando, nato dall’accordo dei dodici Comuni iblei riuniti in assemblea e dalla decisione condivisa di destinare 3 milioni di euro per incentivare i collegamenti dallo scalo di Comiso, comincia oggi a produrre risultati concreti. L’iter conclusivo si è avuto in questi giorni con le giuste attenzioni prestate dalla presidente del Libero Consorzio Comunale, Maria Rita Schembari che adesso ha dato l’annuncio delle nuove tre rotte
Tre nuove rotte nazionali da marzo 2026
Le novità sono arrivate con l’annuncio della Schembari, che ha reso noto il calendario dei nuovi collegamenti:
- Comiso–Verona, operata da Volotea con due frequenze settimanali;
- Comiso–Torino e Comiso–Bologna, entrambe affidate a AeroItalia, sempre con due voli a settimana.
Tramonta l’ipotesi Wizzair che si era appalesata nella prima fase del bando, poi riaperto.
Anticipo voli per Natale su Bologna e Torino
Le tratte entreranno ufficialmente in funzione con l’inizio della stagione estiva 2026, ma AeroItalia anticiperà i voli con collegamenti speciali già per le festività natalizie: Comiso–Bologna dal 20 dicembre 2025 al 10 gennaio 2026 e Comiso–Torino dal 5 dicembre 2025 al 9 gennaio 2026, con biglietti in vendita nei prossimi giorni.
Un segnale concreto di ripartenza, dopo anni di stagnazione per uno scalo che, a dispetto delle potenzialità, ha visto negli ultimi tempi un calo drastico di movimenti e passeggeri fino ad essere praticamente un aeroporto fantasma.
Schembari: “Un risultato di squadra per tutto il territorio ibleo”
La presidente Maria Rita Schembari, anche sindaco di Comiso, ha commentato così i risultati del bando: “Queste nuove rotte sono frutto del lavoro incessante portato avanti dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa per l’arricchimento delle attività dell’aeroporto di Comiso, una risorsa strategica per l’intero territorio. Come ribadito in più e più occasioni, l’obiettivo da perseguire non è solo il rilancio del settore turistico ed economico, ma anche quello di garantire un servizio stabile e di qualità alla comunità provinciale, migliorando la mobilità dei cittadini e rafforzando i collegamenti con le principali città italiane. Un plauso va a tutti e dodici i Comuni della provincia di Ragusa che, con senso di responsabilità e visione condivisa, hanno sostenuto concretamente l’utilizzo dei fondi ex Insicem per queste finalità, nonché agli uffici coordinati dal dirigente Carlo Sinatra che hanno gestito l’intera procedura dei bandi che hanno portato a questi risultati”.
Il messaggio è chiaro: si tratta di un investimento di lungo periodo, distribuito su tre anni, pensato per garantire continuità operativa allo scalo e, soprattutto, visibilità in un panorama competitivo in cui gli aeroporti di dimensioni medio-piccole faticano a imporsi.
Un dialogo (inusuale) con Ryanair
Ma dietro le buone notizie, si muove un’altra partita. Schembari ha infatti confermato di aver tentato un riavvicinamento con Ryanair, il vettore low cost che per anni ha rappresentato la linfa vitale dell’aeroporto di Comiso prima di abbandonarlo improvvisamente.
Un’iniziativa che, pur animata da buone intenzioni, ha suscitato perplessità: non capita spesso che un presidente di Libero Consorzio — figura politico-amministrativa e non gestionale — si sostituisca alla società di gestione aeroportuale, in questo caso SAC (che gestisce sia Catania che Comiso), per aprire un dialogo diretto con una compagnia aerea. Perché non lo fa la SAC ?
La stessa Ryanair, del resto, avrebbe praticamente detto di voler parlare non con la Provincia, ma con la SAC, confermando così che eventuali trattative commerciali dovranno passare per la società di gestione, come da prassi consolidata.
Cassì: “Ryanair interessata, ma vuole ripartire dall’accordo saltato nel 2023”
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che è anche un delegato del Libero Consorzio Comunale e che ha partecipato direttamente anche lui all’incontro online con i rappresentanti di Ryanair.
Ecco la sua dichiarazione: “Perché Ryanair ha deciso dall’oggi al domani di lasciare l’aeroporto di Comiso? In Provincia, nel corso di una call diretta con i rappresentanti dell’azienda, siamo partiti da questo aspetto per capire come riallacciare i rapporti.
A sentire loro bisogna tornare all’accordo commerciale del 2023 con SAC, saltato poco prima delle firme per cause mai accertate e sulle quali ci sono versioni differenti per non dire opposte.
Ryanair, che ha deciso di non partecipare ai bandi per nuove rotte su Comiso, si dice interessata a tornare, ma sulla base delle condizioni già negoziate e poi saltate nel 2023.
Cosa prevedeva quel piano? Perché non è possibile leggerlo? Perché solo Comiso ha subito le conseguenze della rottura?
Insieme a tutte le altre iniziative a cui lavoriamo in Provincia per nuove rotte, per ulteriori linee di continuità territoriale e alle strategie di privatizzazione dello scalo, andremo a fondo anche su questa vicenda per capire come e se è possibile sanare la ferita con Ryanair”.
Ecco, infatti, sono domande che tutti i cittadini iblei si fanno. Perché no si firmò l’accordo? E se Ryanair non l’avrebbe spiegato chiaramente, almeno secondo questa ricostruzione del sindaco Cassì, queste domande andrebbero rivolte almeno alla SAC. E quale migliore questionante potrebbe porre tali domande se non il Comune di Comiso, e dunque la stessa presidente-sindaco Schembari, visti i rapporti legati alla concessione pluriennale tra Comiso e Soaco, oggi acquisita dalla SAC ? E soprattutto si potrebbe chiedere proprio a SAC perché a Ragusa ha definito piratesca la compagnia aerea in questione, mentre qualche giorno dopo a Catania se ne tessevano le lodi e si scattavano le foto per il potenziamento delle rotte da quell’aeroporto?
Cassì, nella nota diffusa alla stampa, parla anche di “linee di continuità territoriale”, termine che tuttavia non risulta pienamente corretto nel contesto: la vera continuità territoriale — quella che garantisce collegamenti sussidiati con fondi pubblici per territori periferici — è già stata oggetto di un bando promosso dalla Camera di Commercio del Sud Est con fondi regionali, e ha avuto altri percorsi amministrativi.
Il ruolo (assente?) di SAC
Resta ora un interrogativo centrale: che ruolo gioca SAC in tutto questo?
La società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso appare defilata, sembra stare al balcone a guardare, mentre intorno allo scalo ibleo si muovono enti pubblici, Comuni, consorzi e persino singoli sindaci.
La continuità territoriale è arrivata grazie a fondi regionali; le nuove rotte sono state incentivate dal Libero Consorzio con i fondi ex Insicem; i tentativi di riavvicinamento a Ryanair vengono avviati (pur se appunto in modo inusuale) da rappresentanti istituzionali locali.
E SAC, che dovrebbe essere il soggetto direttamente responsabile delle strategie commerciali, sembra — almeno in questa fase — spettatrice. O, peggio ancora, la bella addormentata, forse più interessata alla sua privatizzazione e al bando per la governance del suo attuale principale azionista, la Camera di Commercio del Sud Est.
Eppure, il rilancio di Comiso non può prescindere da una visione industriale chiara, condivisa con la società di gestione e con le compagnie aeree. Senza questa regia, il rischio è di disperdere energie e risorse, replicando modelli che hanno già mostrato i propri limiti. E in tutto questo la Regione, con il presidente Schifani in testa, non fa altro che propalarci la storiella del cargo, a cui tutti dicono di lavorare e a cui non interessa praticamente a nessuno perché non abbatte i costi per i prodotti ortofrutticoli, almeno non più di tanto.
Un aeroporto che vuole tornare a volare
Tra fondi ex Insicem, rotte incentivate, voli natalizi e tentativi di riconciliazione con Ryanair, lo scenario che emerge è quello di un territorio che non si rassegna al declino del proprio aeroporto. Almeno è quello che bonariamente vogliamo sperare e immaginare.
Ma perché Comiso torni davvero a volare, servirà un approccio più sistemico: serve che SAC torni protagonista, che la Regione accompagni le strategie (non solo per il cargo), che le compagnie trovino condizioni stabili e attrattive.
Solo così, le nuove rotte annunciate non resteranno episodi isolati, ma potranno rappresentare l’inizio di una fase nuova, in cui l’aeroporto di Comiso torni a essere, come nelle intenzioni originarie, il motore del rilancio economico e turistico della provincia di Ragusa. Sempre che qualcuno lo voglia.