Comiso espone un messaggio di pace che parla al cuore di tutti
Il Consiglio Comunale di Comiso ha approvato una mozione per esporre uno striscione con scritto “Comiso per la pace”.

Comiso espone un messaggio di pace che parla al cuore di tutti
Il Consiglio Comunale di Comiso ha approvato all’unanimità una mozione – promossa dall’opposizione e condivisa dalla maggioranza – che ha spinto il Comune ad esporre uno striscione ben visibile al Municipio: “Comiso per la pace”. Un segno concreto della volontà della città di opporsi a qualsiasi conflitto in atto.
Il sindaco Maria Rita Schembari, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa, ha spiegato: “Ho accettato l’invito ad esporre un manifesto simbolico per far cessare ogni conflitto in atto… L’iniziativa si incarna perfettamente nelle radici della nostra città, che si è sempre distinta per le manifestazioni di pace e disarmo mondiale”.
Comiso, infatti, ha una lunga tradizione pacifista: negli anni Ottanta fu teatro di grandi proteste contro l’installazione dei missili Cruise nella base Nato e oggi conserva quel segno nel tempo, con la Pagoda della Pace e il tempio buddista fondati dal monaco giapponese Gyosho Morishita
La Pagoda della Pace: testimone silenziosa dei tempi
Nata negli anni Novanta su una collina vicino all’ex base missilistica, la Pagoda è uno dei pochi templi buddisti in Europa. Sorge in contrada Canicarao, davanti alla ex base Cruise, ed è alta circa 16 metri con un diametro di 15
Costruita da Morishita, monaco della Nipponzan Myohoji, la struttura fu inaugurata nel 1998 come simbolo di un impegno spirituale e civile per la pace. Ancora oggi rappresenta un luogo di riflessione, per la celebrazione della Festa dei Fiori ad aprile e della Festa della Pace in luglio.
Un gesto concreto connesso alla memoria
«Lo striscione è un gesto simbolico, certamente – afferma la sindaca Schembari – ma si colloca in continuità con la vocazione storica di Comiso per la pace e il disarmo, dalle marce contro i missili fino alle pagode costruite per richiamare un mondo libero dalla guerra».
È un invito alla riflessione per tutta la comunità, all’interno di una città che si definisce sin dall’antichità “città della pace”
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