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Cronaca

Estorsioni e tentate estorsioni con metodo mafioso a ristoratore di Scoglitti: a fine maggio la sentenza d'Appello

Ragusa Oggi Icona orologio 14 giorni fa
Estorsioni e tentate estorsioni con metodo mafioso a ristoratore di Scoglitti: a fine maggio la sentenza d'Appello

Si concluderà il 30 maggio il processo davanti alla Corte di Appello di Catania per una serie di estorsioni e tentate estorsioni compiute ai danni di un ristoratore di Scoglitti dal 2014 fino al 2020 (con esclusione del 2015 perché il locale era chiuso). Prima di comprendere il possibile scenario, vanno ricordate le condanne di primo grado, inflitte a luglio del 2024. Il tribunale collegiale aveva condannato, ritenuto il metodo mafioso, esclusa l’aggravante della appartenenza e della agevolazione ad associazione mafiosa, Massimo Melfi a 9 anni e 6.000 euro di multa; Rosario Nifosì 7 anni e 5.500 euro di multa; Marco Nuncibello 3 anni e 2.500 euro di multa; Angelo Ventura 8 anni e 5.500 euro di multa; GBattista Ventura 7 anni e 5.500 euro di multa. Il collegio difensivo degli imputati per buona parte degli assistiti, ha chiesto di concordare la pena.

Con il parere favorevole del pubblico ministero si aggiungerebbe la pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione per Angelo Ventura e per il padre G.Battista Ventura, per fatti che sono ritenuti in continuazione con quelli puniti dalla sentenza – divenuta definitiva – del processo Survivors. In quel processo, era stato individuato un gruppo armato che si sarebbe imposto a Vittoria e a Comiso e che secondo gli inquirenti era riferibile alla famiglia Ventura: estorsioni appunto, recupero crediti e controllo delle attività economiche anche del mercato ortofrutticolo e dell’indotto utilizzando pure lo strumento della intestazione fittizia dei beni. E in quella occasione, G.Battista “Titta” Ventura, (difeso dagli avvocati Giuseppe Di Stefano e Maurizio Catalano) era stato condannato a 15 anni e 6 mesi; il figlio Angelo Ventura, (difeso dall’avv. Giuseppe Di Stefano) a 13 anni e 6 mesi. Le estorsioni e tentate estorsioni al ristoratore, seppur facendo parte di un nuovo processo, rientrerebbero in quell’arco temporale e quindi i legali dei due, hanno chiesto di concordare la pena, aggiungendo un anno e 6 mesi appunto in continuazione, assorbendo così la condanna per i fatti di Scoglitti.

Pena concordata richiesta anche per Marco Nuncibello (in primo grado condannato a 3 anni e 2.500 euro di multa) e per Massimo Melfi (9 anni e 6.000 euro di multa a 7 anni); per entrambi difesi dall’avvocato Franco Vinciguerra è stata richiesta una riduzione di due anni rispetto alla condanna di primo grado. Per l’ultimo dei cinque imputati, Rosario Nifosì difeso dall’avvocato Italo Alia, il pm ha chiesto la conferma della condanna in primo grado (7 anni e 5.500 euro di multa) mentre il legale ne ha chiesto l’assoluzione perché non provata la sua colpevolezza. Il 30 maggio la Corte d’Appello deciderà.

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