Comiso - alla fine decidono sempre ... le donne : da costanza diquattro a isabelita allende presentazione dell'opera " odeporica " ( ? ) " la mia casa di montalbano "

Una serata di grande spessore culturale è stata quella organizzata ieri sera dall'associazione " Liber@rte " nei locali di Comiso siti in piazza delle Erbe. L'ssociazione, presieduta da Valentina Melilli, ha provveduto alla presentazione de " La mia casa di Montalbano ", il caso letterario di questa seconda metà del 2019: era presente l'autrice, Costanza Diquattro.

Dopo le innumerevoli presentazioni dell'opera della Diquattro, nel corso delle quali è stato detto tutto, ieri sera alcuni spunti originali sono comunque venuti fuori, grazie agli interventi della prof/ssa Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso, che ha discusso con l'autrice su alcuni temi del libro,del prof. Gigi Bellassai e del prof. Girolamo Piparo.

L'opera ( un pamphlet, un libro di memorie, un esempio di letteratura odeporica, legata cioè al viaggio fisico o interiore, come " L'ascensione al Monte Ventoso " di Petrarca o ai resoconti del Grand Tour da Goethe in poi ?) è incentrata sulla " casa " di villeggiatura della famiglia di Costanza Diquattro, casa che un intervento " cinematografico ", dovuto alla trasposizione filmica delle opere di Andrea Camilleri, ha trasformato in " topos ", in immaginario collettivo mondiale: " La casa di Montalbano ", il celebre commissario Zingaretti della fiction televisiva.

Costanza Diquattro si dilunga sulla figura del nonno Giovanni, il capofamiglia, che ospitava in estate Costanza e la sorella Vicky a Punta Secca: le camicie cifrate, le cravatte Hermés, il fastidio per chi subito ti apostrofa con " carissimo ", " mio grande amico " e simili leziosità affettate.

Il nonno, di cui si celebra il compleanno ogni 8 agosto, con le mille pietanze della cucina ragusana, rimanda facilmente al nonno di Isabelita Allende e alla saga familiare de " La casa degli spiriti ": non solo " topos ", ma anche " ethos ", l'etica di una famiglia iblea, attraverso cui è possibile conoscere - sostiene Gigi Bellassai - la vita e i comportamenti di un angolo di Sicilia, che appare ancora oggi impareggiabile.

E il nonno, un po' esteta, un po' vecchio esponente di una grande famiglia siciliana, da buon siciliano non mette lingua o, quanto meno, oppone una debole resistenza ... alla moglie Vincenzina, protagonista silente di ogni decisione, come tutte le donne siciliane.

Questa bella chiave di lettura, emersa dalla conversazione tra l'autrice e la prof/ssa Maria Rita Schembari, ha evidenziato il potere decisionale delle donne nelle famiglie siciliane: quando a Giovanni Diquattro arriva la proposta di cedere la " casa " di Puntasecca alla Palomar, per le riprese dello sceneggiato su Montalbano, Giovanni, che mai cederebbe la " sua " casa di villeggiatura, alla fine non osa opporsi alla moglie Vincenzina, che sapientemente e abilmente, come tutte le donne, ha fatto la scelta giusta e ha proiettato la " casa di Montalbano " e la provincia iblea nel mondo del cinema e della notorietà.

La serata, che ha tratteggiato le figure di Gesualdo Bufalino, di Elvira Sellerio, di Andrea Camilleri, ospiti in un modo o nell'altro della " casa di Montalbano ", si è impreziosita delle musiche folk eseguite dalla cantante Alessandra Ristuccia e dal dott. Fabio Melilli al clarino. Le letture della sempre eccellente Tiziana Bellassai hanno immerso il numeroso pubblico intervenuto in un'atmosfera onirica, accostando pienamente l'uditorio alle pagine del bel libro di Costanza Diquattro.

Girolamo Piparo