Cronaca
Modica, la rievocazione storica dei moti del “Non si parte”
Molto interessante la lezione tenuta dal Prof. Giuseppe Barone giorno 5 Dicembre c.a, nell’ambito degli incontri I giovedì dell’Unitre della Sede di Modica, con l’intervento introduttivo del Vice Presidente Ignazio Pagano Mariano, riguardante L’incendio del Municipio di Modica ed i moti del “Non si parte” (Dicembre 1944). 80 anni dopo. Una ricostruzione degli eventi avvenuti nel Dicembre del 1944 a Modica, corredata da una ampia documentazione dell’epoca che ha catturato l’attenzione dei partecipanti.
Il prof. Barone ha rievocato ed inquadrato nel contesto storico i fatti avvenuti a Modica ed in tutta la provincia mettendo in risalto le sfumature essenziali alla comprensione degli avvenimenti. Il 15 Dicembre del 1944 scoppia a Modica una sommossa causata dalla richiesta da parte dell’esercito regio di arruolamento dei giovani nati nei primi anni venti per andare a combattere a fianco degli Anglo-Americani contro gli eserciti nazista e fascista (della Repubblica di Salò) che ancora occupavano una buona parte dell’Italia.
Al grido “Non si parte”, migliaia di manifestanti, esasperati dalla miseria, dalle fatiche e dal lungo periodo di guerra, si recarono presso la sede del Comune di Modica e diedero fuoco al Municipio, al fine di impedire la notifica della chiamata alla leva obbligatoria. L’incendio causò anche la distruzione dell’archivio dove erano conservati importanti documenti risalenti anche al 1400. Non fu tuttavia una rivolta spontanea ma organizzata dal locale movimento separatista e da ex fascisti estromessi dai posti di potere nella pubblica amministrazione. Questi avevano interesse a sostenere la rivolta per indebolire il nuovo Governo della Città nominato dalle forze alleate anglo-americane e rappresentato dal Commissario prefettizio e Sindaco Antonino Galfo Trombatore.
Nello stesso giorno anche a Catania scoppiò la sommossa e venne dato fuoco al Municipio e nei giorni successivi anche in altre Città la rivolta esplose con particolare violenza, in provincia interessando massicciamente i Comuni di Ragusa e Comiso dove venne proclamata la cosiddetta “Repubblica di Comiso”. La reazione della Prefettura e dei militari fu in alcuni casi cruenta e causò anche morti e feriti, nonché l’arresto ed il confino per centinaia di ribelli fino all’amnistia del 1946. In effetti la rivolta nasceva dalla catastrofica situazione economica che gravava sulla popolazione sfiancata dalla guerra ed alla quale si chiedeva di sacrificare i propri figli mandandoli a combattere sostenendo quell’esercito che poco prima era stato considerato il nemico.
A conclusione della conferenza il prof. Barone ha evidenziato che il movimento antimilitarista “Non si parte” fu caratterizzato da varie anime con la conseguenza che non si può identificare in un’unica etichetta politica, basti pensare alla insurrezione di Ragusa capitanata dalla popolana Maria Occhipinti. A conclusione il Vice Presidente dell’Unitre di Modica, Ignazio Pagano Mariano, ringraziando il Prof. Barone e gli intervenuti, ha evidenziato che capire la storia non è affatto semplice e immediato e che lo studio degli eventi locali, con tutte le loro sfumature, è importante per comprendere meglio i grandi avvenimenti.