Si nascondeva in città: nuovi particolari sull'arresto di Stracquadaini
Gianfranco Stracquadaini è stato arrestato in un appartamento di Comiso, dove aveva anche una carta d'identità falsa rilasciata dal comune.

Si nascondeva in città: nuovi particolari sull’arresto di Stracquadaini
Il suo covo era un anonimo appartamento al piano terra, in via Montebello, a poche centinaia di metri dal commissariato di Comiso. Un quartiere popolare, che si è sviluppato a metà del secolo scorso, quando vennero realizzate le ultime due grandi piazze cittadine, la piazza Carlo Marx e la piazza Majorana. Lì, nel quartiere Sacro Cuore, vive buona parte degli abitanti di Comiso, lì aveva scelto di nascondersi anche Gianfranco Stracquadaini, che negli ultimi mesi si sarebbe imposto come nuovo referente del vecchio clan Dominante – Carbonaro. Un clan che si riorganizza e che ha al suo interno anche frange criminali di origine albanese, attivissime soprattutto nel lucroso mercato della droga che proviene dalla Bolivia e passa proprio attraverso l’Albania, prima di arrivare in Italia e in altri paesi europei.
Stracquadaini aveva un progetto: l’eliminazione fisica degli ex collaboratori di giustizia, alcuni dei quali ritornati da qualche tempo a Vittoria. Voleva vendicarsi, dare una lezione. Ci aveva provato il 24 aprile dello scorso anno quando aveva preso di mira Roberto Di Martino, lo aveva raggiunto di buon mattino nella sua casa alla periferia di Vittoria, nella zona del cimitero e mentre questi saliva in auto aveva puntato la pistola contro di lui. Solo la prontezza di riflessi di Di Martino, che aveva subito ingranato la marcia ed era fuggito, gli aveva salvato la vita. Di martino venne raggiunto da un solo colpo all’occhio. Nonostante la grave ferita aveva guidato fino all’ospedale, distante qualche chilometro, aveva attraversato tutto il centro abitato, prima di affidarsi alle cure dei sanitari. Di Martino ha perso l’occhio, ma ha avuto salva la vita. Le indagini portarono subito a Gianfranco Stracquadaini, detto “faccia d’angelo”.
La Polizia arrestò qualche settimana dopo Biagio Cannizzo 51 anni e Raffaele Giunta 62, fermati insieme ad Alessandro Pardo, 48 anni, quest’ultimo inquisito solo per associazione mafiosa. Stracquadaini invece si rese irreperibile ed era stato inserito nella lista dei ricercati più pericolosi del Ministero degli Interni. Latitante per un anno e mezzo, fino all’arresto eseguito all’alba di ieri nell’appartamento di Comiso, dove Stracquadaini aveva soldi (6500 euro in contanti) e armi automatiche e munizioni. Aveva persino una carta d’identità falsa rilasciata dal comune di Comiso.
A commentare il suo arresto sono le più alte cariche istituzionali, per primo il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi “La cattura di Gianfranco Stracquadaini – afferma il titolare del Viminale – è un colpo durissimo alla criminalità organizzata del territorio ragusano. Ringrazio lo Sco, la Sisco di Catania e la Squadra mobile di Ragusa per l’eccezionale lavoro svolto”. Il senatore Salvo Sallemi, componente della Commissione antimafia, ha affermato: “Con l’arresto del boss Gianfranco Stracquadaini abbiamo avuto la dimostrazione che lo Stato c’è e nella lotta alla mafia – in provincia di Ragusa – non arretra di un millimetro e anzi impiega tutti i suoi migliori uomini”. Il sindaco, Francesco Aiello ha parlato di “reazione dello Stato forte e positiva, un arresto da cui partire per aprire squarci di verità, non solo nell’episodio del rapimento”. Secondo il sindaco “occorre ricomporre il quadro dei cambiamenti nei processi economici e sociali dell’intera area e bloccare il dinamismo criminale diffuso nel territorio, soprattutto per ciò che riguarda la presenza di immigrati”.
Il plauso è arrivato da tutte le forze politiche, dalle associazioni di categoria, dai sindacati, dalle associazioni. Vittoria guarda con un pizzico di serenità in più al proprio futuro, ma sa che gli scenari criminali che si stanno disegnando in città sono tutt’altro che sereni. Lo ha dimostrato il rapimento di un diciassettenne di tre settimane fa, rilasciato dopo 24 ore. Gli inquirenti non lo dicono ufficialmente ma si è compreso che anche le indagini sul rapimento hanno portato in direzione di Stracquadaini. La procura distrettuale antimafia di Catania ha avocato a se le indagini coordinando il lavoro di intelligence della Squadra Mobile di Ragusa e del Commissariato di Vittoria. L’arresto di Stracquadaini è il primo tassello importante. Altri potrebbero seguirne.