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Spifferi di guerra sul mare in cui nuotiamo

5 luglio 2025 alle ore 06:29
Cosa c'entra Comiso

Dal 1991, anno in cui furono dismessi i missili Cruise dalla base Nato di Comiso, non si sentiva parlare di guerra nella zona.

Spifferi di guerra sul mare in cui nuotiamo

Con il caldo che fa, appena possiamo ci fiondiamo a mare per rinfrescare corpo e spirito. Il nostro Mediterraneo è stato il cuore delle vicende storiche di questa parte del mondo chiamata, spesso a vanvera, Occidente. Dalle notizie che noi comuni mortali abbiamo a disposizione, si spera che il futuro della Storia non passi stavolta da qui, perché le guerre in atto stanno spostando l’attenzione proprio al largo delle coste dove anche oggi nuotiamo senza troppi pensieri.

In un’intervista pubblicata meno di un mese fa sul Corriere della Sera, il capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino, ha detto che “il mondo è cambiato con l’attacco voluto da Putin contro l’Ucraina tre anni fa. Tra il 2022 e 2023 ci siamo trovati nel Mediterraneo a dover monitorare 15 navi da guerra e tre sommergibili russi, di cui uno balistico. Per lo più facevano base a Tartus, in Siria. E non potevamo ignorare la loro cinquantina di navi nel Mar Nero. Non un pericolo diretto per l’Italia, ma comunque una minaccia seria, che ci ha costretti a mettere in mare le nostre Frem, le unità antisommergibile. Il gruppo navale Usa che stava in Mediterraneo le esigeva al seguito”.

Alla domanda se avesse notato una nuova ostilità da parte russa, Credendino ha risposto: “Apertamente ostili no. Però adesso con tante navi da guerra in un bacino così ristretto e trafficato come il Mediterraneo l’incidente è sempre possibile. Quasi sempre le nostre navi al largo della Libia sono seguite da una nave spia russa, spesso camuffata da peschereccio, ma in realtà carica di sensori e antenne”.

Qualche settimana dopo, la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato con il presidente francese Emmanuel Macron proprio di Libia. E’ emerso che i russi in Libia sono sempre di più, stavolta con l’esercito ufficiale. Si stima che in questi mesi la loro presenza fluttui fra i 1.200 e i 1.800 effettivi. Secondo quanto scrive Federico Fubini sul corriere.it, “le truppe russe avrebbero preso possesso di alcuni snodi della Libia: le basi aree di Al-Khadim a est di Benghazi, sulla costa; quella di Giofra al centro-nord del Paese; quella di Ghardabiya vicino a Sirte, anch’essa sulla costa a 700 chilometri dall’Italia e anche quella di Brak al-Shati nel Sud-Ovest. C’è poi il sospetto che i russi abbiano stabilito una presenza anche nella base aerea di Tamanhint, vicino a Sebha nel centro del Paese, a circa 1.100 chilometri dalla Sicilia. Quest’ultima sede è particolarmente sensibile, perché Mosca potrebbe aver localizzato lì lanciatori e missili a medio raggio in grado di raggiungere l’Europa meridionale. Gli osservatori più pessimisti ne sono sicuri, i più cauti collocano le probabilità di una presenza di missili russi a Tamanhint sopra al 50%”.

Il 27 giugno si è registrata un’esplosione a bordo della petroliera Vilamoura, a 150 chilometri a nord-est delle acque territoriali libiche. La nave, battente bandiera delle Isole Marshall, faceva parte della cosiddetta “flotta ombra” russa, secondo i servizi segreti ucraini. Trasportava almeno un milione di barili di petrolio greggio. L’esplosione è stata solo una di una serie di incidenti simili, almeno cinque, che nel Mediterraneo hanno coinvolto navi che avevano già fatto scalo nei porti russi.

Tre giorni fa il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che i piloti italiani degli F-35, caccia multiruolo di quinta generazione, saranno addestrati in Sicilia. Non si sa ancora dove, è probabile a Sigonella o Trapani.
Nel calcolo delle somme da destinare al riarmo e alla difesa, per arrivare al 5% sul Pil, il Governo italiano inserirà il costo per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina che, pertanto, sarebbe classificato come opera strategica militare, oltre che civile.

E’ dal 1991, anno in cui furono dismessi i 112 missili Cruise, alcuni dei quali con testata nucleare, dall’allora base Nato di Comiso, che non sentivamo parlare finalmente di guerra nella nostra zona. Vorremmo continuare a farlo, ma i pezzi di questo grande mosaico spingono i ragionamenti più in là. Facciamo un bel tuffo anche oggi, che è meglio.